Nakhla: il primo raid terroristico nella storia dell’Islam

In questo articolo riporteremo i fatti riportati dalle fonti islamiche sull’ll’attacco musulmano alle carovane Quraysh e l’uccisione dei mercanti.

Ishaq narra di come Maometto abbia inviato otto dei suoi uomini a Nakhla, una zona della penisola araba tra la Mecca e Taif, per compiere un raid contro i Quraysh.

Maometto inviò alcuni uomini in un’operazione di accertamento, dando una lettera a Abdullah b. Jahsh, che non doveva leggerla prima di due giorni di viaggio. La lettera conteneva “ordini a sorpresa” che però non dovevano essere eseguiti su pressione da parte di Abdullah sui suoi compagni. Abdullah procedette per due giorni, poi aprì la lettera, dove era scritto che avrebbero dovuto procedere fino a che non avessero raggiunto Nakhla, dove avrebbero dovuto osservare quello che stavano facendo i Quraysh e tendergli un agguato. Abdullah disse ai suoi compagni che chiunque avesse scelto il martirio era libero di unirsi a lui e chiunque non avesse voluto sarebbe potuto tornare indietro.

Ishaq 423-425:
L’Apostolo inviò ‘Abdullah b. Jahsh b. Ri’ab al-Asadi a Rajab al suo ritorno dalla prima Badr. Egli inviò con lui otto emigranti, senza nessuno degli Ansar. Egli scrisse una lettera per lui, e gli ordinò di non guardarla fino a quando non avesse viaggiato per due giorni, e ti fare quello che in essa era ordinato, ma di non esercitare pressione su nessuno dei suoi compagni. I nomi degli otto emigranti erano, Abu Hudhayfa, ‘Abdullah b. Jahsh, ‘Ukkasha b. Mihsan, ‘Utba b. Ghazwan, Sa’d b. Abu Waqqas, ‘Amir b. Rabi’a, Waqid b. ‘Abdullah, e Khalid b. al-Bukayr.
Quando Abdullah ebbe viaggiato per due giorni aprì la lettera e vi guardò, e questo è ciò che diceva: ‘Quando avrai letto questa mia lettera procedi fino a raggiungere Nakhla tra Mecca e Al Taif per nasconderti in attesa dei Quraysh e scoprire per noi quello che stanno facendo.’ Avendo letto la lettera egli disse, ‘Udire è obbedire.’ Quindi disse ai suoi compagni, ‘L’Apostolo ci ha comandato di recarci a Nakhla per restare in attesa dei Quraish e portargli notizie di loro.”

“Restare in attesa” è riferito in funzione di un agguato, infatti “to lie in wait” è la stessa frase usata nel verso 9:5 del Corano:

“So when the sacred months have passed away, then slay the idolaters wherever you find them, and take them captives and besiege them and lie in wait for them in every ambush

Abdullah disse:

“Mi ha proibito [Maometto, ndt] di fare pressione su ciascuno di voi, così se qualcuno desidera il martirio vada innanzi, e se qualcuno non lo desidera, lasciatelo tornare indietro; per quanto mi riguarda, io andrò innanzi come il profeta ha ordinato.'”
[…]
“Una carovana Meccana passò accanto a loro trasportando uvetta secca, cuoio ed altre mercanzie che i Qurasyh commerciavano. Quando videro i Musulmani ebbero paura di loro. Ukkasha, che aveva la testa rasata, guardò verso di loro e quando essi lo videro si sentirono al sicuro e dissero, ‘Sono pellegrini, non avete niente da temere da loro.’ [i pellegrini pagani che conducevano i pellegrinaggi a Mecca avevano l’abitudine di radersi. Ndt]. I Musulmani incursori si consultarono fra loro riguardo e, trovandosi nell’ultimo giorno di Rajab, erano esitanti e timorosi di attaccarli.”

Il Rajab, come il Ramadan, era un mese sacro del calendario pagano. Combattere, saccheggiare ed in generale creare problemi durante questo mese era tradizionalmente proibito. Tuttavia, dopo molte discussioni, il gruppo non voleva che la ricca carovana fuggisse. Abdullah disse:

“Sicuramente, se permetti alla carovana di attraversare questa notte indisturbata, essi raggiungeranno il territorio santo domani e ti saranno quindi proibiti, eppure se li uccidi oggi, li avrai uccisi nel santo mese in cui è vietato uccidere”.

Dopo aver esitato e poi convincersi a vicenda hanno decisero di attaccare e prendere il bottino. Mentre loro (i Quraysh) erano impegnati a preparare il cibo, i musulmani attaccarono. I musulmani uccisero Amr b. Hadrami,il capo della carovana dei Quraysh e catturarono due membri. Naufal ibn Abdullah riuscì a fuggire. I seguaci pianificarono di dare un quinto del bottino a Maometto.

“Quindi si incoraggiarono l’un l’altro e decisero di ucciderne quanti più potevano e di prendere quello che avevano. Waqid colpì ‘Amr b. al-Hadrami con una freccia e lo uccise, e ‘Uthman e al-Hakam si arresero. Naufal fuggì e li eluse. ‘Abdullah e i suoi compagni presero la carovana e i due prigionieri e giunsero a Medina con loro. Un uomo della famiglia di ‘Abdallah riferì che disse ai suoi compagni, “Un quinto di ciò che abbiamo preso appartiene all’apostolo.’ (ciò era prima che Dio avesse stabilito per lui un quinto del bottino)”

Il fatto che ‘Abdullah annunciasse questa regola sulla spartizione del bottino anni prima della conferma Coranica (8:41) di questa regola, suggerisce che l’idea fosse di Maometto e che il suo dio avrebbe poi semplicemente reso legittima ed ufficiale la sua pretesa. Il denaro è un potente motivatore.

La violazione di non combattere durante il mese sacro

“Quando giunsero dall’apostolo, egli disse: ‘Io non vi ho ordinato di combattere nel sacro mese,’ e trattenne la carovana ed i prigionieri in sospeso.”

Il prospetto del “martirio” e del “tendere agguati” conferma che Maometto aveva mandato i Musulmani a combattere e l’accordo sulla “divisione del bottino” conferma che egli aveva dato loro l’autorizzazione a rubare. Il profeta stava mentendo per cercare solo di guadagnare tempo, non avendo mai avuto intenzione di restituire il maltolto.

Ishaq 426-427:
“I Quraysh dissero ‘Muhammad e i suoi compagni hanno violato il mese sacro, sparso sangue al suo interno, preso bottino, e catturato uomini,'”

I pagani sapevano che rompere accordi, uccidere, rapire e rubare era sbagliato, ed è vergognoso quanto successe dopo a causa del loro profeta.

“…e quando vi furono molte discussioni riguardo a questa vicenda, Allah inviò al suo Apostolo:”

Ti chiedono del combattimento nel mese sacro. Di’: «Combattere in questo tempo è un grande peccato, ma più grave è frapporre ostacoli sul sentiero di Allah e distogliere da Lui e dalla Santa Moschea. Ma, di fronte ad Allah, peggio ancora scacciarne gli abitanti. L’oppressione [172] è peggiore dell’omicidio. Ebbene, essi non smetteranno di combattervi fino a farvi allontanare dalla vostra religione, se lo potessero. E chi di voi rinnegherà la fede e morirà nella miscredenza, ecco chi avrà fallito in questa vita e nell’altra. Ecco i compagni del Fuoco: vi rimarranno in perpetuo» (Corano 2:217)

Il significato del versetto è essenzialmente questo: il non credere in Allah è peggiore dell’omicidio, di conseguenza i Musulmani che hanno condotto il raid di Nakhla non sono punibili. Questa assurda giustificazione è riportata anche dal Tafsir di Ibn Kathir:

In questa Ayah (rivelazione, versetto, ndt), Allah ha reso obbligatorio per i musulmani combattere la Jihad contro il nemico che trasgredisce contro l’islam. Az-Zuhri disse: “Il jihad è richiesto da ogni persona, sia che egli si unisca effettivamente al combattimento o che resti indietro. Quello che rimane indietro è tenuto a dare supporto, se il supporto è giustificato, a fornire aiuto, se è necessario un aiuto, e a marciare avanti se gli viene comandato di farlo, se non è necessario, allora rimane indietro”. È riportato nel Sahih: “Chiunque muore ma non ha combattuto (cioè, per la causa di Allah), ho non ha combattuto sinceramente, morirà una morte di Jahiliyyah (era pre-islamica dell’ignoranza). […]”Combattere è difficile e pesante nel tuo cuore”. In effetti, combattere è come l’Ayah lo descrive, poiché include essere ucciso, ferito, lottare contro i nemici e sopportare le difficoltà del viaggio. Allah poi ha detto: “…e può darsi che non ti piaccia una cosa che è buona per te”. Significa che il combattimento è seguito dalla vittoria, il dominio sul nemico, il controllo sulle loro terre, il loro denaro e i loro figli. Allah continua: […]

Nel giorno di Al-Fath (quando conquistò la Mecca), il Profeta disse:

Ishaq 427:
Quando il Corano scese riguardo a questi avvenimenti ed Allah sollevò i Musulmani dalla loro ansia sulla questione, l’apostolo prese la carovana e i prigionieri.” […] Abu Bakr, il futuro califfo, compose i seguenti versi:
Considerate la guerra nel mese sacro una grave offesa,
Ma più grave è, se la si giudica rettamente,
La vostra opposizione agli insegnamenti di Muhammad, e la vostra
Miscredenza in essi, che Dio vede e testimonia,
Il vostro scacciare il popolo di Dio dalla Sua moschea,
Così che nessuno possa essere visto adorarLo colà.
Nonostante voi ci diffamiate per averlo ucciso,
Più pericoloso per l’Islam è il peccatore che invidia.
Le nostre lancie bevvero del sangue di Ibn al-Hadrami
In Nakhla quando Waqid accese il fuoco della guerra,
‘Uthma ibn ‘Abdullah è con noi,
Una cinta di cuoio macchiata di sangue gli cinge i fianchi.

Perdono degli assassini, ricompensa ai saccheggiatori, bottino, paradiso assicurato: in questa vicenda la “Causa di Allah” viene direttamente collegata ad un attacco terroristico. Un attacco in cui militanti islamici hanno attaccato dei civili, hanno commesso omicidio, rapimento e furto a mano armata, per di più in un mese ritenuto sacro. Nulla di religioso è stato predicato. Piuttosto, l’islam è servito per motivare dei banditi e per ricompensare il Profeta. La “religione” di Maometto ha legittimato il terrorismo.

Nel corso della storia umana ci sono stati moltissimi assassini, rapitori, di terroristi. I ladri, innumerevoli. Ci sono state anche diverse persone che hanno giurato di essere inviati da Dio. Ciononostante, solo Maometto ha compiuto tutte queste cose affermando di farlo per diritto divino. È per questo che Maometto, il profeta dell’Islam, si qualifica tra i più malvagi uomini che siano mai esistiti.

Una risposta

  1. Tony Pattaya ha detto:

    Perché non si fanno delle denunce dettagliate alle procure di tutta italia, per mettere fuorilegge il corano, essendo un dispensario di razzismo e violenza vedo i miscredenti, cioè verso chi non è islamico?

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