Bloggando il Corano: Sura 5, “La Mensa”, Versetti 61-120

Commento al Corano: Sura 5, “La Mensa”, Versetti 61-120
di ROBERT SPENCER (23, Settembre, 2007)

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La seconda metà della quinta Sura del Corano continua a sigmatizzare la perfidia di Ebrei e Cristiani. I Versetti 61-86 criticano Ebrei e Cristiani per il loro rifiuto a seguire Maometto. Perché i Rabbini Ebrei non interrompono la loro empia condotta (v. 63)? Essi addirittura osano dire che “la mano di Allah è incatenata” (v. 64).

La mano di Allah è incatenata? Non è assolutamente chiaro a quale concetto Giudaico il Corano si riferisca in questo caso, se pure si riferisce a qualcosa di reale. Ibn Kathir commenta:

Allah afferma che gli Ebrei, possano le maledizioni di Allah scendere su di loro fino al Giorno della Resurrezione, Lo descrivono come un avaro. Allah è molto più santo di ciò che loro Gli attribuiscono.

Lui è anche assoluta volontà, con mano assolutamente scatenata: la mano scatenata di Allah è una vivida immagine della libertà divina. Un tale Dio non può essere bloccato da alcuna legge. Nella lunga controversia con la setta Islamica eretica dei Mu’taziliti, che esaltavano la ragione umana oltre il limite che i finali vincitori erano disposti a tollerare, i teologi Musulmani sostennero che Allah era libero di agire come gli pareva. Pertanto non era obbligato a governare l’universo secondo leggi osservabili e coerenti. “Non può essere interrogato su ciò che fa” (Corano 21:23).

Di conseguenza, non c’è alcun motivo di osservare il funzionamento del mondo fisico; non c’era motivo di aspettarsi che qualsiasi struttura di una delle sue funzioni potesse essere coerente o addirittura riconoscibile. Se non ci possiamo aspettare che Allah sia coerente, perché perdere tempo ad osservare l’ordine delle cose? Potrebbe cambiare domani. Stanley Jaki, un prete Cattolico e fisico, spiega che fu il famoso pensatore Sufi al-Ghazali che

condannò le leggi naturali, l’obiettivo principale della scienza, come un limite blasfemo al libero arbitrio di Allah. [Quoted in james V. Schall, S. J., War-Time Classifications: Who Is Our Enemy? TCR News, 2001, from Stanley Jaki, Chance or Reality (Lanham, MD: Rowman & Littlefield, 1986), 242.]

Il grande filosofo Ebreo del dodicesimo secolo, Mosè Maimonide, spiegò la cosmologia Islamica ortodossa in termini analoghi, notando che i pensatori Islamici del suo tempo ammettevano

la possibilità che un essere esistente, potesse essere più grande o più piccolo di quanto realmente sia, o che potesse essere diverso per forma o posizione da come è realmente; per esempio un uomo potrebbe essere più alto di una montagna, potrebbe avere molte teste, o potrebbe volare; oppure un elefante potrebbe essere piccolo come un insetto, o un insetto grande come un elefante. Questo metodo, di ammettere ogni possibilità è applicato all’intero universo.

Nel mondo Islamico, pertanto, la scienza fu privata, relativamente presto nella sua storia, dei fondamenti filosofici di cui aveva bisogno per svilupparsi. Trovò questo fondamento filosofico solo nell’Europa Cristiana, dove si ammetteva che Dio fosse buono e avesse creato l’universo secondo leggi coerenti e osservabili. Per un Musulmano devoto tale idea sarebbe stata lo stesso che dire “la mano di Allah è incatenata”.

Il Versetto 64 dice anche che ogniqualvolta un Ebreo “accende il fuoco di guerra, Allah lo spegne”. Cioè, spiega il Tafsir al-Jalalayn:

la guerra contro il Profeta (i Profeti).

Secondo Bulandshahri:

gli Ebrei fanno ogni sforzo per fomentare guerre contro i Musulmani, ma Allah vanifica sempre i loro tentativi, sia infondendo terrore nei loro cuori, sia mediante la loro sconfitta in queste battaglie.

Inoltre gli Ebrei:

anelano a commettere misfatti sulla terra. [Muhammad Aashiq Ilahi Bulandshahri, Illuminating Discourses on the Noble Qur’an, vol. 2, pp. 98–99]

Cioè, fasaàd (فَسَاد),  per i quali la pena è specificata nel Versetto 33:

saranno uccisi o crocifissi o avranno amputate mani e piedi in modo alternato, o saranno espulsi dalla terra.

I Versetti 66, 68 e 69 esortano Ebrei e Cristiani a seguire quello che sta scritto nella Torah e nel Vangelo e promette il Paradiso a quelli che lo faranno. Questo non è (come spesso si pretende) una manifestazione di generosità ecumenica, ma è invece un’enunciazione dell’affermazione del Corano che conferma il messaggio delle precedenti scritture, che profetizzavano l’arrivo di Maometto. Ibn Kathir dice a Ebrei e Cristiani che non avranno

una vera religione finché non aderirete a, e non realizzerete ciò che dice la Tawrah [Torah] e l’Injil [Vangelo]. Cioè finché non crederete a tutti i libri che avete, che Allah rivelò ai Profeti. Questi Libri ordinano di seguire Maometto e di credere alla sua missione profetica, rispettando, allo stesso tempo, la sua Legge.

Il Versetto 72 ripete il rifiuto della divinità di Cristo – e la definizione di chi lo crede come “miscredente” – del v. 17, e il v. 73 ripete il rifiuto della dottrina della Trinità espresso in 4:171. Gesù e sua madre sono ancora qui rappresentati come gli altri membri del trio divino, insieme ad Allah, ma loro erano mortali: entrambi mangiavano cibi terreni (v. 75) – “come tutti gli altri esseri umani”, dice il Tafsir al-Jalalayn, “e uno così non può essere un dio a causa della sua essenza composita e della sua natura fallace, e a causa delle [impurità quali] urine ed escrementi che produce”. Il reale concetto Cristiano dell’Incarnazione, con Cristo sia vero Dio che vero uomo, non è assolutamente preso in considerazione.

Allo stesso tempo, gli Ebrei miscredenti sono maledetti sia da Davide che da Gesù per la loro disubbidienza (v. 78). I Musulmani scopriranno che questi Ebrei sono i loro più acerrimi nemici, mentre quelli più vicini all’affetto per loro saranno i Cristiani (v. 82). Secondo il Ma’alimut Tanzil, questo Versetto non si riferisce a tutti i Cristiani, ma solo a quelli che accettano l’Islam; questo è chiaramente spiegato dai Versetti 83 e 84 nei quali questi Cristiani accettano il messaggio di Maometto.

I Versetti 87-108 stabiliscono numerose regole per i Musulmani. Tra queste c’è la direttiva per cui, chi rompe un giuramento, per espiazione, deve nutrire dieci poveri o liberare uno schiavo (v. 89). I Versetti 90-91 dicono che l’alcol e il gioco d’azzardo sono “opera di Satana” – e quindi definitivamente vietati. I Musulmani sono anche formalmente avvisati nei Versetti 101-102 di non “fare domande su cose che, se vi vengono chiarite, vi possono causare problemi. Ma se farete domande su queste cose dopo che il Corano è stato rivelato, esse vi saranno rese chiarissime, Allah vi perdonerà”. Tuttavia, “qualche popolo prima di voi fece queste domande e, per questo motivo, perse la sua fede”. Il che può spiegare l’irritabilità di alcuni Imam quando vengono rivolte loro delle domande.

I Versetti 109-120 ritornano a Gesù, enfatizzando il suo ruolo di Profeta di Allah, che fece tutti i suoi potenti prodigi per ordine di Allah – e quindi lui non è Dio. Il miracolo degli uccelli di creta che diventano vivi (v. 110) si trova nel testo gnostico del secondo secolo, il Vangelo dell’Infanzia di Tommaso. E’ probabile che gli Gnostici abbiano lasciato l’Impero Romano d’Oriente, dove subivano persecuzioni, e si siano stabiliti in Arabia. I Versetti 112-115 danno il nome alla Sura, raccontando di quando Gesù chiese ad Allah di far scendere dal cielo una tavola imbandita di cibi, che sarebbe stata “una festa solenne e un segno da parte Tua” (v. 114). Ciò sembra essere un vestigio dell’Eucarestia Cristiana: consumare il Corpo e il Sangue di Cristo sotto la forma di pane e vino, che era la caratteristica fondamentale di tutti i gruppi Cristiani al tempo di Maometto. Nel Versetto 116 Allah interroga direttamente Gesù: “O Gesù, figlio di Maria! Dicesti forse tu all’umanità: prendete me e mia madre come due dei di fianco ad Allah?” Gesù, ovviamente, nega di averlo fatto. Chi crederà diversamente sarà punito.

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