I “poveri” salafiti usati come capro espiatorio per la propaganda islamica

Un lettore ci scrive:

Volevo fare presente una cosa che immagino abbiate notato anche voi.
Nelle discussioni con gli islamici “tradizionali” si viene da questi accusati di essere “razzisti” non appena si accorgono di avere davanti qualcuno informato a cui quest’ideologia non piace per le problematiche che già conosciamo.
Con i musulmani che invece si dichiarano “laici/moderati/liberali” o quant’altro, la carta che vedo spesso giocare è diversa. Per carità, anche loro la menano su con le accuse di “razzismo” e così via, però da un po’ di tempo a questa parte cercano di zittire la persona che fa presente i contenuti del Corano e la loro chiarezza, rivolgendogli l’accusa di essere uguale ai salafiti.
Il loro ragionamento, chiamiamolo così, è questo: “Se affermi certe cose sull’islam sei come i salafiti, e siccome i salafiti dicono la stessa cosa che stai dicendo tu su quello che l’islam comporta, allora tu sei in torto”.
Ma che senso ha?”.

Ottimo punto.
L’unica funzione di questa linea difensiva risiede nella speranza del musulmano “progressista” di farla franca scaricando la patata bollente su un fantomatico gruppo islamico “cattivo e deviato” che a parer loro avrebbe travisato gli insegnamenti del “vero islam di pace”. Insegnamenti che per qualche oscuro motivo si sarebbero via via persi.

Questo è un tremendo errore in quanto, come suggerisce la definizione stessa, i salafiti non sono altro che quei musulmani che, rifiutando qualsiasi “innovazione” individuano il miglior comportamento possibile nelle tradizioni dei cosiddetti Salaf, ovvero i musulmani che facevano parte delle prime tre generazioni di musulmani, a partire da quella del profeta stesso. Vengono anche chiamati i “pii predecessori”.

Andare contro i Salaf significa affermare che Abu Bakr, Umar, Uthman, Ali, Fatima e Aisha abbiano sbagliato tutto, nonostante questi fossero i compagni del profeta (aṣ-ṣaḥābah), a diretto contatto con lui.
Eppure non facevano altro che seguire ciò che il loro amato leader Maometto prescriveva.
Lo stesso profeta Maometto dichiara in diversi hadith (Sahih Muslim numero 2533, oppure Sahih al-Bukhari numero 6429) che la sua generazione di musulmani fosse la migliore, ed è logico (islamicamente parlando), se pensiamo al fatto che Maometto sia il fondatore dell’islam e che abbia potuto mettere in pratica l’islam anche grazie al supporto di chi ha passato diversi anni insieme a lui, a diretto contatto. Più affidabile e autorevole di così…

salafiti veri musulmani

I diversi musulmani “progressisti” che affermano senza alcuna cognizione di causa che i terroristi “avrebbero perso di vista gli insegnamenti originari del vero islam perché si comportano in maniera radicale/integralista/salafita”, stanno in realtà giudicando negativamente proprio l’intero apparato ideologico islamico nel suo essere.
In questo modo i “musulmani liberali” si mettono in un doppio guaio, ovvero quello di non conoscere i veri insegnamenti trasmessi dal fondatore e profeta dell’islam e quello di giudicare sbagliati proprio quegli stessi insegnamenti e chi li ha seguiti pur essendo a diretto contatto con la fonte primaria degli insegnamenti stessi. In questo modo non fa altro che andare pericolosamente contro Allah e Maometto.

Un altro aspetto molto importante sull’incidenza di chi fa riferimento alle tradizioni originarie, sta nel fatto che le gesta dei compagni del profeta hanno una certa importanza in tutto l’islam. Nei sermoni del venerdì, vengono appunto raccontate anche le gesta dei compagni del profeta. Questo accade in qualsiasi moschea, che sia malikita, Shafi, hanafi, hanbalita o altro.
Qualsiasi musulmano che vada in moschea potrà confermare che i vari racconti su Abu Bakr, Umar e gli altri siano materia ricorrente e conosciuta durante il sermone.
Quindi la scelta di fare riferimento ai Salaf non è esclusivo appannaggio di una fantomatica “setta deviata salafita che non ha capito nulla dell’islam”.
Sono parte integrante dell’islam.

Poveri “salafiti”… se da musulmani vogliono seguire la strada tracciata dai compagni di Maometto, seguendo appunto gli ordini di Maometto rivolti alle persone a lui più vicine, perché devono essere etichettati come “la pecora nera dell’islam”?
Non l’hanno mica deciso soltanto loro che Maometto sia l’esempio perfetto da seguire nonché il miglior musulmano della storia.

Amici “islamici progressisti”, vi conviene davvero insistere con la pista “anti-salaf” e quindi affermare che i compagni di Maometto fecero un madornale errore a seguire le indicazioni di Maometto?

Per i lettori anglofoni, ecco Maajid Nawaz mentre usa la “salafitofobia” nel video qui sotto.

https://youtu.be/Wd-q5fWP7GE

 

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