Svelare la verità dietro la jihad

Significato jihad

Un termine molto diffuso dopo l’attentato negli Stati Uniti dell’11 settembre 2001 è  jihad. Questo termine non è certo nuovo nei libri di storia, primo perché è presente nel Corano, secondo perché è il nome di ciò che infesta il mondo da millequattrocento anni: la guerra santa dell’islam contro gli infedeli.

Scopo di questo articolo è quello di analizzare il reale significato di questa parola e per quale motivo la jihad viene praticata.

Jihad in Arabo significa “sforzo”. E’ la maniera Islamica di stabilire la supremazia fisica sugli ‘infedeli’. Esaminiamo più nel dettaglio il suo significato.

Cosa significa “ǧihād”?

La radice ǧhd: alla I forma, verbo “ǧahada”, vuol dire sforzarsi, applicarsi con zelo, ma anche tormentare, estenuare ecc…

La III forma, “ǧāhada” (prima a lunga), già si traduce in combattere ecc…

Mentre, sforzo, applicazione, zelo, assiduità in qc., e anche fatica, tensione, si dicono “ǧahd”, plurale “ǧuhūd”.

Dunque ǧihād non vuol dire sforzo, che è “ǧahd”.

ǧihād si traduce in combattimento, lotta, guerra santa contro gli infedeli, combattere lungo la via di Dio (- الله سبيل في جهاد) – le parole sono in ordine rovescio, ma è colpa dell’editor – e poi “ǧihādīyat”, servizio militare.

Il muǧāhid (il “mu” indica il participio) è colui che combatte la guerra sacra, che al plurale fa muǧāhiddīn.

La stessa radice consonantica forse era già presente in paleocananaico (come è per esempio la radice ktb, di kataba = scrivere), dal quale anche l’ebraico (non l’arabo), con chi sa quali diramazioni semantiche… In arabo, tenendo conto del periodo, una parola aveva il suo, o i suoi, significato e punto, esattamente come in italiano.

Procediamo quindi nell’esaminare come i sapienti islamici descrivono la jihad.

Il Tafsir è un commento del Corano redatto da studiosi islamici. Uno dei commentatori più rinomati del Corano è Ibn Kathir. Questo è ciò che dice riguardo alla jihad, nel librio “Tafsir of Ibn Kathir”, volume 2, pagine 116 e 117 sul verso 2:191:

Dal momento che la jihad prevede la morte e l’uccisione di uomini, Allah attira la nostra attenzione sul fatto che la miscredenza e il politeismo e lo sviare dal percorso di Allah sono immensamente peggiori dell’uccidere. Questo per dire che lo shirk (Politeismo) è più grave e peggiore dell’uccidere.

Nel libro “La fiducia del Viaggiatore” (libro di oltre 1200 pagine sulla Sharia contenente i fondamenti della giurisprudenza Islamica), uno dei più importanti classici della teologia Islamica, compilato dai “grandi scolari e giurisprudenti di hadîth del 13° secolo”, l’Imam Nawawi, ed altri a pagina 599 definiscono la jihad e le sue applicazioni come segue:

jihad: “jihad significa muovere guerra contro i non-Musulmani, ed è etimologicamente derivato dalla parola “mujahada”, che significa muovere guerra per stabilire la religione. E questa è la jihad minore. Per quanto riguarda la jihad maggiore, si tratta di guerra spirituale contro l’io più basso (nafs).”

Ecco cosa scrive Bassam Tibi nel suo libro “Guerra e Pace nell’Islam”:

Nel suo nucleo, l’Islam è una missione religiosa rivolta a tutta l’umanità. I Musulmani sono tenuti dalla loro religione a diffondere la fede Islamica in tutto il mondo. “Noi vi abbiamo inviato innanzi a tutta l’umanità” (Q. 34:28). Se i non-Musulmani si sottomettono alla conversione o alla soggiogazione, questa chiamata (da’wa) può essere perseguita pacificamente. Se non lo fanno, i Musulmani sono tenuti a muovere guerra contro di loro. Nell’Islam, la pace ha come prerequisito che i non-Musulmani si sottomettano alla chiamata dell’Islam, sia attraverso la conversione o accettando lo status di minoranza religiosa (dhimmi) e pagando la tassa imposta, la jizya. La pace nel mondo, lo stadio finale della da’wa, viene raggiunta solo attraverso la conversione o la sottomissione di tutta l’umanità all’Islam… i Musulmani credono che l’espansione attraverso la guerra non sia aggressione ma adempimento dell’ingiunzione Coranica di diffondere l’Islam come mezzo di pace. Il ricorso alla forza per disseminare l’Islam non è guerra (harb), una parola che viene usata solo per descrivere l’uso della forza da parte dei non-Musulmani. Le guerre Islamiche non sono hurub (plurale di harb) ma piuttosto futuhat, atti volti ad “aprire” il mondo all’Islam ed esprimenti la jihad Islamica. La relazione tra dar al-Islam, la casa della pace, e dar al-harb, il mondo degli infedeli, ha luogo sempre e comunque in uno stato di guerra, perché la da’wa può essere perseguita pacificamente solo se gli altri si sottomettono ad essa. Solo quando il potere dei Musulmani è debole è permessa una “tregua temporanea” (hudna – anche se i giuristi Islamici dissentono spesso sulla definizione di “temporanea”).

“Il Concetto Coranico di Guerra”, dal brigadiere Pakistano S.K. Malik, riporta (nella prefazione):

Ma nell’Islam la guerra è mossa per stabilire la supremazia del Signore solo quando ogni altro argomento ha fallito nel convincere coloro che rifiutano il Suo Volere e lavorano contro il vero scopo della creazione dell’umanità.”

“Molti studiosi Occidentali hanno puntato le loro dita accusatrici su alcuni dei versi del Corano per essere in grado di affermare che il mondo dell’Islam è in uno stato di conflitto perpetuo contro i non-Musulmani. Per quanto li riguarda, è sufficiente dire che lo snobbare l’autorità di Dio da chiunque sia un Suo schiavo espone lo schiavo al rischio di essere ritenuto colpevole di tradimento e quindi, nella prospettiva della legge Islamica, è invero da trattarsi come una sorta di crescita cancerogena nell’organismo dell’umanità. Diventa quindi necessario rimuovere la malformazione cancerosa anche attraverso interventi chirurgici, per salvare il resto dell’umanità.”

Questo è quello che un militare di uno stato che è tra i più prossimi amici dell’America nella guerra al terrorismo pensa riguardo al terrorismo Islamico (jihad), quando è proprio ciò che l’America dovrebbe combattere. Risulta certamente difficile vincere questa guerra con “alleati” simili.

Queste definizioni, da parte di studiosi Islamici ed apologisti sono più che sufficienti per dimostrare che la jihad non è altro che guerra e violenza contro i non-Musulmani, per costringerli ad abbracciare l’Islam.

Persino il concetto parallelo di “jihad maggiore” (guerra spirituale, interiore) viene fortemente messo in discussione. Questo concetto viene confutato dagli stessi musulmani: http://ii7i7i.blogspot.it/2012/06/jihad-guerra-santa.html

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