Profezie su Maometto

Parakletos o periklytos?

 

Esistono, all’infuori del Corano, delle profezie su Maometto? Esiste qualche Scrittura, prima del Corano, che parli della sua venuta? Alcuni musulmani credono che nell’Ingil (Vangelo) in Giovanni 16:7, ci sia il riferimento alla profezia menzionata nella Sura 7:157 e nella Sura 61:6.

Il Commentario di Hemza dice: “Non possiamo dare a questo verso (Sura 7:157) tutto il commento che merita in luce dell’Antico e Nuovo Testamento… Giovanni 16:7. Tutte le incomprensioni che separano ebrei, cristiani e musulmani si incentrano sul modo in cui si pronuncia o scrive parakletos, che i traduttori del Vangelo hanno reso con “Consolatore”. Dobbiamo leggerlo parakletos oppure periklytos?” (Hamza, v. 1, p. 330).

I musulmani, consci del fatto che il testo originale del Nuovo Testamento fu scritto in greco, scelgono il secondo modo di leggere, periklytos, che tradotto significa “glorioso”, invece di parakletos, che significa “Consolatore” o “Avvocato, Difensore”. I musulmani, basandosi sul Corano (Sura 61:6), rivendicano Giovanni 14:16 e 16:7 come profezie della venuta di Maometto e che la parola periklytos (glorioso) si riferisca al nome arabo Ahmad, pseudonimo di Maometto nel Corano, ambedue aventi come significato “il glorificato”, “il glorioso”.

La lingua greca conferma parakletos

Ciò che hanno tentato di fare i musulmani con questa parola è di sostituire le vocali (sostituendo a-a-e-o di parakletos con e-i-y-o di periklytos). Nella lingua ebraica e nell’arabo, dove le vocali non sono incluse nelle parole, c’è spazio per discutere su quali vocali l’autore volesse intendere. Comunque non è così in greco, perché tutte le vocali vengono chiaramente scritte in tutti i testi greci.

Manoscritti in lingua greca confermano parakletos

Per ogni altro dubbio, come quelli della parola parakletos è semplice consultare uno dei manoscritti esistenti (MSS); essi sono a disposizione di ogni persona che li voglia esaminare (compresi due dei più antichi: Codici Sinaitico ed Alessandrino, presso il Museo Britannico di Londra). Ci sono più di 70 manoscritti in lingua greca del Nuovo Testamento antecedenti il tempo di Maometto. In nessuno di essi viene trovata la parola periclytos. Tutti quanti usano la parola parakletos. Infatti la parola periklytos non appare neppure nella Sacra Bibbia.

Perciò Maometto non può essere il parakletos

Il centro di questa argomentazione, per un musulmano, è il desiderio di trovare una qualsiasi profezia sulla venuta di Maometto nella Taurat (Torà) di Mosè e nell’Ingil (come si riferisce la Sura 7:157). Senza questo argomento il principio dell’autorità di Maometto entra in un circolo vizioso che inizia dal Corano e che a sua volta è “investito di autorità” da Maometto stesso e così via… Ora, il fatto che nell’Ingil non esista nessuna predizione da parte di Gesù che concerna Maometto, crea un problema per il musulmano che deve produrre criteri esterni per convincerci della venuta del suo profeta, ma fin qui inesistenti.

Chi è dunque il parakletos?

Un ulteriore problema per il musulmano sorge quando egli apre al versetto in questione, Giovanni 14:16. Questo infatti dice: “E io pregherò il Padre. Ed egli vi darà un altro Consolatore (in greco=parakletos) perché Egli stia con voi in perpetuo”. Molti musulmani citano questo versetto, come pure Giovanni 16:7 e poi chiudono la Bibbia! Ciò che non realizzano è che è pericoloso, come in questo caso, leggere un qualsiasi versetto al di fuori del contesto. Se il lettore dovesse leggere oltre il verso 14:16 e il capitolo 16:7 troverebbe l’identificazione a cui si riferisce Gesù sulla venuta del parakletos.

Secondo il contesto di Giovanni 14 e 16 Gesù disse che il parakletos non è un essere umano:

t14:16 – “starà con voi in perpetuo…” (un essere umano non vive per l’eternità )

t14:17 – “…lo Spirito della Verità” (un essere umano è distinto dallo Spirito)

t14:17 – “Che il mondo non vede..” (un essere umano è visibile)

t14:17 – “…neppure lo conosce” (un essere umano è conosciuto da altri)

t14:17 – “…egli sarà in voi” (un essere umano non può essere “dentro” un altro)

Gesù indica che il parakletos ha una missione specifica, manifestare Gesù:

t14:26 – “…lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome”

t14:26 – “…vi rammenterà tutto quello che io (Gesù) vi ho detto”

t16: 8 – “…convincerà il mondo quanto al peccato”

t16:14 – “…Egli mi (Gesù) glorificherà”

Gesù specifica che il parakletos è uno spirito:

t14:17 – “…lo Spirito della Verità”

t14:26 – “Il Consolatore (parakletos), lo Spirito Santo.

La risposta è lo Spirito Santo che arrivò 50 giorni dopo

È chiaro dal contesto che nessun profeta umano o essere angelico può avere la qualità di parakletos considerando che: sarà con loro per sempre, non è visibile, non è conosciuto, è pure dentro di loro e ricorderà all’uomo cosa Gesù fece, portando gloria a Gesù stesso. C’è un solo Essere che ha tutte queste caratteristiche ed è lo Spirito Santo che Gesù identifica nell’Ingil come il parakletos. Esso incarna tutte queste qualità!

In Atti 1, Gesù, prima di essere portato in cielo, e dopo 40 giorni che aveva promesso la venuta dello Spirito Santo (Giov. 14:16 e 16:7), parla ancora di questo “dono”.

Egli dice: “…aspettatevi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udito da me… ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo tra non molti giorni” (Atti 1:4,5).

È ovvio che il Consolatore di cui Gesù parla è proprio lo Spirito Santo, che arriverà in potenza 10 giorni dopo che Gesù lascia la terra, nel giorno di Pentecoste (tradotto significa il 50° giorno) e cioè 570 anni prima della venuta di Maometto. Vedi schema:

Cosa dice la profezia?

Le Sure 7:157 e 61:6 parlano di un profeta di nome Ahmad (Maometto), che sarebbe stato rivelato nella Taurat e nell’Ingil. È perciò imperativo che questo personaggio vi si trovi. Senza questo Maometto non ha prove esterne al Corano che possano comprovare il suo “ufficio di profeta”, e quindi l’autorità sulla fede di un miliardo di musulmani si basa soltanto sulla singola testimonianza che un uomo comune ha di se stesso, cioè: Maometto testimonia del Corano, e il Corano testimonia di Maometto. Una “testimonianza” questa che entra in un circolo chiuso che è inaccettabile anche per i musulmani stessi. Per loro non rimane allora che credere che i versetti nel Vangelo di Giovanni si riferiscano proprio a Maometto.

Come abbiamo visto, non ci sono passaggi né nella Taurat né nell’Ingil che accennino alla venuta di Maometto.

Quindi, questo Consolatore (parakletos) promesso è un uomo o un profeta? O non è piuttosto uno spirito, e in particolare lo Spirito Santo biblico?

ps. Caro amico musulmano, leggendo questi versi e considerato ciò che è stato detto anche tu devi giungere ad una conclusione. Basandoti sulle prove davanti a te, devi quindi decidere chi è la persona di cui si parla nell’Ingil: Giovanni 14:16 e 16:7.

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