Pena islamica prevista, la lapidazione

Secondo la tradizione islamica, la raccolta dei versetti fu avviata prima della morte di Maometto. Durante il califfato di Abu Bakr, Umar propose a Zayd ibn Tabit, scriba di Maometto, di riunire tutto il Corano, sia scritto sia conservato nella memoria dei credenti. Questa “copia” venne poi trasmessa a Umar, nel frattempo divenuto califfo. Si ritiene che il ductus consonatico finale venne fissato definitivamente sotto il regno di Utman ibn ‘Affan (644-656) e il testo vocalizzato definitivo all’inizio del X secolo.

La tradizione ci parla di varicorpus coranici differenti tra loro raccolti dai compagni del Profeta. La redazione di Abd Allah ibn Mas’ud (m.650), ad esempio, mancava delle sure 1, 113 e 114 e conteneva delle varianti rispetto al testo riunito da Abu Bakr. Un’altra tra le redazioni più importanti fu quella di Ubay ibn Ka’b, conservataci da Suyuti, la quale conteneva due sure in più rispetto alla redazione di Abu Bakr.

Sino a che il califfato non giunse nelle mani di Utman venivano seguite letture diverse del Corano. Ognuno diceva all’altro “la mia lettura è migliore della tua” appellandosi al maestro dal quale era stata appresa la lettura. Molte raccolte scomparvero. Il Corano subì alterazioni ed era più lungo o più corto a seconda del corpus. Utman venne informato di ciò e per evitare la disgregazione dei gruppi contrapposti inviò gli emissari, riunì quanto poteva dei rotoli, di brevi frammenti e quanto fu redatto. Nella redazione coranica di Utman del materiale raccolto da Ali ibn Abi Talib non venne utilizzato niente. Ad Ibn Mas’ud venne chiesto di consegnare la raccolta, ma questi si oppose all’accettazione della vulgata utmaniana quindi si rifiutò. Pare che fu esiliato a Kufa, dove si seguiva la sua redazione coranica.

Terminato il lavoro di raccolta e selezione, vennero effettuate quattro copie: una fu inviata a Mecca, la seconda rimase a Medina, la terza a Damasco e la quarta in Iraq. Tutte le altre raccolte che i governatori riuscirono a recuperare vennero bruciate per ordine di Utman. Di quanto esisteva prima del “Corano definitivo” (al riguardo gli studi moderni stanno svelando nuovi risvolti molto interessanti) restarono solo piccoli frammenti.

Pare che la sura “Della Luce” fosse più lunga della sura “Della Vacca”; che la sura “Delle fazioni alleate” fosse stata amputata, e per questo non è completa; che la sura “Dell’Immunità” e la sura “Del bottino” fossero tutt’una, e per questo non sono separate dalla formula “In nome di Dio, Clemente, Misericordioso”.

Ibn Mas’ud affermò, quando le due ultime sure vennero introdotte nella raccolta, «Non aggiungete al testo ciò che non vi era».

Fatta questa premessa, la questione della compilazione del Corano la rimandiamo ad un articolo specifico che si trova in fase di lavorazione e che verrà pubblicato una volta terminato.

Il motivo per cui era necessario affrontare l’argomento della compilazione del Corano per introdurre quello sulla pena della lapidazione ce lo offrono i seguenti hadith, i quali ci informano che, durante la fase di compilazione, uno dei versetti non inseriti fu proprio quello riguardante tale pena.

Abdullah b. ‘Abbas ha riferito che ‘Umar b. Khattab si sedette sul pulpito del Messaggero di Allah (pace su di Lui) e disse: In verità Allah ha inviato Maometto (pace e benedizione su di Lui) con la verità e ha fatto scendere il Libro su di lui, e il verso sulla lapidazione era incluso in quello che fu fatto scendere su di lui.Noi lo abbiamo recitato, lo abbiamo mantenuto nella nostra memoria e lo abbiamo compreso. Il Messaggero di Allah (pace su di Lui) ha attribuito la punizione della lapidazione a morte (all’adultero e all’adultera sposati) e, dopo di lui, anche noi abbiamo attribuito la punizione della lapidazione, temo che con il passare del tempo, le persone potrebbero dimenticarselo) e potrebbero dire: Noi non troviamo la punizione riguardante la lapidazione nel Libro di Allah, e quindi andiamo fuori strada e abbandoniamo questo obbligo prescritto da Allah. La lapidazione è un obbligo, contenuto nel Libro di Allah, per gli uomini e le donne sposate che commettono adulterio quando viene stabilita la prova, o vi è una gravidanza, oppure una confessione(Sahih Muslim, Libro 17, Numero 4194)

Narrò Ibn ‘Abbas narrò:
«Umar disse “Temo che dopo che sarà trascorso molto tempo, la gente possa dire: ‘Noi non troviamo nel Libro Sacro i Versetti del Rajam (lapidazione fino alla morte), e per conseguenza possano essere deviati, abbandonando un obbligo che Allah ha rivelato”. Umar affermò: “Guardate! Io confermo che la pena del Rajam deve essere comminata a chi commette un rapporto sessuale illecito, se è già sposato e se il crimine è provato da testimoni, gravidanza o confessione”. E aggiunse che Maometto ordinò la pena del Rajam, e pure noi lo facemmo, dopo di lui’. ”» (Bukhari, Volume 8, Book 82, Numero 816)

Un fattore importante nella scomparsa del versetto della lapidazione fu l’intervento di Aisha che, in precedenza accusata di adulterio e timorosa di future ritorsioni, dopo la morte di Maometto fece sparire il foglio con scritta la recitazione della lapidazione (e sull’allattamento di un adulto per farne un Mahram) dando poi la colpa ad una pecora:

È stato narrato che Aisha disse:
“Il versetto della lapidazione e dell’allattamento di un adulto per dieci volte venne rivelato*, e il foglio era con me sotto il mio cuscino. Quando il messaggero di Allah, noi eravamo scossi per via della sua morte ed una banale pecora venne e si mangiò il foglio”.
(Sunan Ibn Majah, Vol. 3, Libro 9, Numero 1944)

(* anche questi versi vennero abrogati a livello di recitazione ma non dal punto di vista legislativo. Altri hadith stabiliscono il numero di allattamenti pari a cinque: https://sunnah.com/urn/1262630)

Quello a cui siamo di fronte è uno dei tre particolari casi di abrogazione accettati dalla dottrina islamica: un testo può essere abrogato senza che sia abrogato allo stesso tempo l’istituto shariatico che lo veicola. La “recitazione” del versetto di cui parla Umar è abrogata nel senso che non figura nel Corano ma la lapidazione degli adulteri è una pena che rimane in vigore.

È per questo motivo che, secondo il diritto musulmano (fiqh), la lapidazione fa parte delle pene legali non negoziabili (had) previste dall’islam, e in special modo per il grave crimine (hudud, attentato contro i diritti di Allah) di adulterio (zina, termine generico per indicare i crimini sessuali). Essendo una pena che ha l’unico obiettivo di dissuadere e prevenire, deve essere applicata pubblicamente. Inoltre, come per tutti gli altri casi di pene per crimini gravi, non ripara il crimine commesso dall’adultero e non salva la sua anima ma fa da monito per chi assiste.

Sul fatto che la fornificazione (nel quale rientrano l’adulterio e l’omosessualità) sia un crimine, il Corano è molto chiaro:

Flagellate la fornicatrice e il fornicatore, ciascuno con cento colpi di frusta e non vi impietosite [nell’applicazione] della Religione di Allah, se credete in Lui e nell’Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia presente alla punizione

Il versetto qui sopra è presente nel Corano ma è stato abrogato dal seguente versetto, che non appare nel Corano ma che però rimane comunque in vigore:

Se un vecchio o una vecchia donna fornicano, lapidateli fino alla morte, in punizione che viene da Dio  (Sunan-Ibn-Majah – Book of The Chapters on Legal Punishments – Vol. 3, Book 20, Hadith 2553)

Con l’espressione “il vecchio e vecchia signora ” si intende l’uomo sposato e la donna sposata.

Poi abbiamo:

“Se le vostre donne avranno commesso azioni infami portate contro di loro, quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d’uscita. E se sono due dei vostri a commettere infamità, puniteli; se poi si pentono e si ravvedono, lasciateli in pace. Allah è perdonatore, misericordioso [Nell’eventualità di uomo e donna non sposati, per cui c’è meno severità]“. (Corano 4:15-16)

“Non ti avvicinare alla fornicazione. È davvero cosa turpe e un tristo sentiero.

Nel versetto sotto, a dimostrazione della gravità del crimine, la fornificazione viene inserita nello stesso versetto in cui si citano l’associazionismo e l’omicidio:

“coloro che non invocano altra divinità assieme ad Allah; che non uccidono, se non per giustizia, un’anima che Allah ha reso sacra; e non si danno alla

Come per le altre pene, quella per la fornificazione varia a seconda dello specifico reato grave (hadd). Ne elenchiamo alcuni:

Furto: l’amputazione della mano;
Rapporti sessuali illeciti (zina): morte per lapidazione o cento frustate e l’esilio di un anno;
Accuse di sesso illecito non provate: ottanta frustate;
Bere sostanze inebrianti: quaranta paia di schiaffi, di sandalo o di frusta;
Apostasia: morte o esilio;
Rapina: la morte e/o crocifissione o amputazione del piede sinistro e della mano destera.
L’adulterio e l’omosessualità machile (liwat) rientrano nel peccato di rapporti sessuali illeciti e vengono puniti con la lapidazione.

Il crimine della fornificazione viene stabilito nei seguenti modi: 

Dalla confessione (iqrar) di una o di entrambi le parti;
Da un’accusa di fornificazione supportata da quattro testimoni oculari;
Dalla gravidanza della donna.

Senza dilungarci ulterioremente sulle varie pene fisse previste dal diritto islamico, torniamo a concentrarci sulla pena della lapidazione.

La Sunna (i fatti e i detti del Profeta) scende nel dettaglio e da l’indicazione pratica che la lapidazione è stata prescritta da Maometto ed ha avuto il totale consenso tra i Compagni (Sahaba):

Narrato da ‘Aisha: Sad bin Abi Waqqas e Abu bin Zam’a. Sad disse: “Oh Apostolo di Allah! Questo ragazzo è il figlio di mio fratello (‘Utba bin Abi Waqqas) a cui ho fatto la promessa di prenderlo come se fosse suo figlio (illegale). Guardalo e vedrai a chi assomiglia.”Abu bin Zam’a, disse: “Oh Apostolo di Allah! Questo è il mio fratello nato nel letto di mio padre, dalla sua schiava.” L’Apostolo di Allah ha dato uno sguardo al ragazzo e ha trovato molta somiglianza ad ‘Utba e disse: «Il ragazzo è per te, O’ Abu bin Zam’a. Il bambino va al proprietario del letto e l’adultera non ottiene nulla, tranne le pietre (lapidata a morte). Allora il Profeta disse: “O Sauda Bint Zam’a! Stai al riparo da questo ragazzo. “Così, Sauda non lo vide più. (Bukhari, Volume 3, Libro 34, Numero 421)

Narrato da Abu Huraira e Zaid bin Khalid Al-juhani: Un beduino arrivò e disse, “O Apostolo di Allah giudicaci secondo (le Leggi) del Libro di Allah”. Il suo avversario si alzò in piedi e disse,“Egli ha detto la verità, quindi giudicaci secondo le Leggi di Allah.” Il beduino disse, “Mio figlio lavorava per quest’uomo e ha avuto un rapporto sessuale illecito con sua moglie. La gente mi ha detto, ‘Tuo figlio va lapidato a morte ,’ così ho riscattato mio figlio per cento pecore e una ragazza schiava. Poi ho chiesto ai sapienti della religione ed essi mi hanno detto, “tuo figlio deve ricevere 100 frustate e un anno di esilio.’. Il profeta disse, “Io vi giudicherò in base alle (Leggi) del Libro di Allah! Per quanto riguarda le pecore e la ragazza schiava, queste ti verranno rese indietro, e tuo figlio riceverà cento frustate e verrà esiliato per un anno. Ei tu, Unais” Il Profeta si rivolse ad un uomo,”Vai di mattina dalla moglie di quest’uomo e lapidala a morte”. Quindi Unais, la mattina successiva, si recò da lei e la lapidò a morte. (Sahih al-Bukhari 7193, 7194)

Il profeta disse “o Unais! Va’ dalla moglie di quest’uomo e se confessa di aver avuto una relazione sessuale illegale, allora

Narrato da ‘Abdullah bin’ Umar: Gli ebrei vennero dall’Apostolo di Allah e gli dissero che un uomo e una donna tra loro avevano avuto un rapporto sessuale illegale. L’Apostolo di Allah disse loro: «Che cosa trovate nella Torah (Antico Testamento) riguardo la punizione legale per l’Ar-Rajm (lapidazione)?” . Risposero (Ma) annunciamo il loro crimine e li frustiamo”, Abdullah bin Salam disse,” Stai dicendo una menzogna;  la Torah contiene l’ordine del Rajm. “Essi portarono la Torah e la aprirono e uno di loro portò la sua mano sul Versetto riguardante il Rajm e lesse i versi precedenti e quelli successivi. Abdullah bin Salam gli disse, “Alza la mano.” Quando egli alzò la sua mano, il versetto riguardante il Rajm era scritto lì. Essi dissero, “Maometto ci ha detto la verità, La Torah contiene il Versetto sul Rajm. Il Profeta diede quindi l’ordine che entrambi fossero lapidati a morte (‘Abdullah bin ‘Umar disse, “Ho visto l’uomo chinato sulla donna per proteggerla dalle pietre.” (Bukhari, Volume 4, Libro 56, Numero 829)

Narrato da Jabir: Un uomo della tribù dei Bani Aslam venne dal Profeta mentre egli era in moschea e chiese, “Ho avuto un rapporto sessuale illegale.” Il Profeta si voltò dall’altra parte. L’uomo si voltò dalla parte verso cui il Profeta aveva girato il viso e testimoniò quattro volte contro sé stesso. Il profeta lo chiamò e disse, “Sei matto? (Egli aggiunse), “Sei sposato?. L’uomo rispose, “Sì”. Allora il Profeta ordinò che egli fosse lapidato a morte nella Musalla (un luogo di preghiera). Quando le pietre lo colpirono con i loro bordi taglienti egli fuggì, ma fu catturato ad Al-Harra e fu poi ucciso.(Bukhari, Volume 7, Book 63, Number 195)

Narrato da Ash-Sha’bi: Andai da ‘Ali quando quest’ultimo lapidò a morte una signora durante un venerdì. ‘Ali disse, “L’ho lapidata in accordo con la tradizione dell’Apostolo di Allah. (Sahih al-Bukhari 6812)

Ubada bin As-Samit ha riportato: Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) disse: Ricevi (un insegnamento) da me, ricevi (un insegnamento) da me. Allah ha ordinato una via per quelle (le donne). Quando un uomo non spostato commette adulterio con una donna non sposata (essi dovrebbero ricevere) cento frustate e un esilio di un anno. Nel caso in cui un uomo sposato commetta adulterio con una donna sposata, essi dovrebbero ricevere cento frustate e dovrebbero essere lapidati a morte. (Sahih Muslim, Libro 17, Numero 4191)

Narrato da Jabir ibn Abdullah: Un uomo commise fornicazione con una donna. Così l’Apostolo di Allah (pace su di lui) ordinò che gli fosse inflitta una pena di fustigazione. Poi fu informato che era anche sposato. Così comandò che fosse lapidato a morte.(Abu Dawood, Libro 40, Numero 4424)

Malik mi raccontò che Ibn Shihab lo informò che un uomo aveva confessato di aver commesso adulterio ai tempi del Messaggero di Allah, che Allah lo benedica e gli dia pace, e che egli aveva testimoniato quattro volte contro se stesso quattro volte, quindi il Messaggero di Allah, che Allah lo benedica e gli conceda la pace, ordinò che venisse lapidato. Ibn Shihab disse: “Per questo motivo un uomo deve essere ascoltato per la propria confessione contro se stesso”. Malik Muwatta, Libro 41, Numero 1506)

Malik mi raccontò da Yaqub Ibn Tahla da suo padre Zayd Ibn Tahla che Abdullah Ibn Abi Mulayka lo informò che una donna venne dal messaggero di Allah, che Allah lo benedica e gli dia pace, e lo informò che ella aveva commesso adulterio e che era incinta. Il Messaggero di Allah, che Allah lo benedica e gli dia pace, le disse, “Vai via finche non avrai allattato e svezzato il bambino.” Quando essa svezzo il bambino, ella venne da lui. Egli disse, “Vai e affida il bambino a qualcuno.” Ella affidò il bambino a qualcuno e ritornò da lui. Egli diete l’ordine che fosse lapidata.(Malik Muwatta, Libro 41, Numero 5)

Una donna è venuta dal Profeta e ha confessato di aver commesso la fornicazione. Egli ha emesso gli ordini, e le sue vesti sono state strinte intorno a lei (in modo che le sue parti intime non si fossero scoperte) ed stata lapidataPoi ha offerto la preghiera funebre per lei.(Sunan-Ibn-Majah, Vol. 3, Book 20, Hadith 2555)

Qui la lista quasi completa di hadith riguardanti la lapidazione nell’islam (in inglese).

4 Risposte

  1. Lino ha detto:

    Nessuna sorpresa: essendo la brutta copia della Bibbia, anche nel Corano si trovano prescrizioni per la lapidazione come cura di alcune infrazioni del ‘buon comportamento’ sociale. Tra parentesi, in alcune versioni della Bibbia il riferimento alla lapidazione si conta in 173 volte.

  2. Giuliano Di Renzo ha detto:

    Non LA Bibbia ma LE Scritture. Non esiste un’opera detta Bibbia. La
    parola greca biblia’ e’ plurale. Quella che noi chiamiamo ormai al singolare la Bibbia e’ una collezione di scritti vari, di autori umani vari, epoche e culture varie, lingue varie e generi letterari vari. Sono tenuti materialmente insieme dal fatto che tutti gli autori sono stati ispirati dalla Spirito Santo di Dio.
    La Bibbia dunque non un codice, ma il cammino di Dio accanto all’uomo per riportarlo lungo un duro cammino di educazione elevazione civile, morale e spirituale verso la piena manifestazione di Lui in Cristo.
    A differenza del Corano, che e’ un codice, precetti imnutabili ognuno di pari valore. Non e’ previsto nessun cammino dell’uomo peccatore nel Corano ma solo esecuzione e sottomissione. Non c’e’ l’anima, non c’e’ la persona, non interiorita’, non liberta’. L’uomo biblico discute con Dio, lo accetta o lo rifiuta, nel Corano l’uomo e’ schiavo che ubbidisce e non interroga. Il suo premio e di servo che viene gratificato con beni materiali e soddisfazione della propria libidine.

    Padre Giuliano Di Renzo

  3. Valentino ha detto:

    Padre Giuliano Di Renzo ha scritto la verità e nulla c’è da aggiungere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.