L’inattendibilità storica del Corano: tsunami per l’islam

Un breve cenno sulla genesi del Corano (su questo argomento pubblicheremo prossimamente un approfondimento molto più dettagliato).

I musulmani vanno molto fieri del fatto che il Corano che oggi conosciamo sarebbe la copia autentica rivelata da Allah a Maometto, tanto da usare questo argomento come argomento principale di proselitismo e motivo di vanto nei confronti dei fedeli delle altre religioni. Fossimo in loro però non staremmo tanto sereni: gli studi condotti dagli orientalisti dimostrano che il testo coranico è il frutto di una composizione avvenuta nell’arco di molto tempo dopo la morte di Maometto anche attraverso la raccolta, la modifica e la sistemazione di tradizioni già esistenti e, come anche nel caso della Sunna, composta da parecchio materiale prodotto e selezionato per lo più per venire in contro alla dinastia califfale di turno al fine di soddisfarne i bisogni politici.

Patricia Crone e Michael Cook hanno scritto:

«Non c’è nessuna decisiva evidenza che il Corano sia esistito sotto qualsiasi forma prima dell’ultima decade del VII secolo; e la tradizione che colloca questa alquanto opaca rivelazione nel suo contesto storico non è attestata prima della metà del secolo VIII» (Hagarism. Ther Making of the Islamic World, Cambridge University Press, Cambridge 1977, p. 3).

Gli studi orientalisti sono quindi la minaccia più concreta all’islam dato che ne minano le basi alla luce dell’analisi storica e filologica.

Ipotizzando una nuova edizione del Corano basata sui criteri dei recenti studi scientifici, questa copia sarebbe sicuramente molto più aderente agli insegnamenti originali di Maometto di quanto non lo sia la copia del Corano su cui i musulmani hanno fondano la loro religione per tutti questi secoli.

Paradossalmente i musulmani dovrebbero essere i primi a volere la sostituzione di un Corano fondato sui moderni studi orientalistici con la versione canonica finora utilizzata, ma ovviamente non accoglieranno mai questa possibilità perché ciò comporterebbe un crollo rovinoso della loro un’intera cultura e l’ammissione di essersi sempre sbagliati.

Dunque negli attuali rapporti con il mondo islamico non è determinante se il Corano canonico non è autentico: ciò che conta, infatti, è che i musulmani agiscono, credono e vivono basandosi su questo Corano. Dal punto di vista pratico quello che conta è il ruolo e la funzione che il Corano canonico svolge nel determinare la psicologia dei musulmani e il conseguente rapporto della comunità islamica con la società. In questo senso il Corano ha un valore di oggettività che va oltre il suo valore storico: finché per i musulmani il valore del Corano rimarrà indipendente da chi lo ha realmente scritto (gli umani, ovviamente, come ci confermano gli orientalisti), la verità storica avrà un’importanza molto limitata nel nostro rapporto con l’islam.
Se, per ipotesi, nella realtà dei fatti Maometto avesse regalato dei fiori ai Banu Qurayza fatti prigionieri, invece di massacrarli, finché i musulmani si ostineranno a credere che le fonti sino ad ora seguite sono attendibili  anche a costo di negare l’evidenza, l’islam rimarrà una religione la cui dottrina continuerà ad essere elaborata su di un massacro e non sul regalo di un mazzo di fiori. Per cui il nostro sarà il rapporto con l’islam che abbiamo sempre conosciuto e non qualcos’altro, quantunque alla luce delle scoperte degli studiosi sarebbe più logico se diventasse qualcososa di molto diverso o addirittura se cessare di esistere.

4 Risposte

  1. Maria Venera ha detto:

    Sono convinta che non accetteranno mai che il Corano che conoscono non sia quello autentico e potrebbero anche ammazzare gli studiosi che si permettono di metterne in dubbio l’autenticità
    Ma fate i test di artimetica?
    Se volete pubblicatemi, dobbo tutti questi test ancora non vi va bene

    • AdminIslamic ha detto:

      Sulla prima parte siamo sostanzialmente d’accordo. La seconda invece – quella sui test di aritmetica – non ci è molto chiara.

  2. Mauro Maverna ha detto:

    Renan negava la divinità di Cristo, ma la sua tesi presupponeva che i Vangeli fossero stati redatti a tre, 400 anni da Gesù. Oggi, date nuove scoperte, si riconosce che i Vangeli furono redatti entro il 100 d.C., ma riportano non il pensiero di Gesù, bensì quello della prima comunità cristiana.
    Vedete quanto valgono gli studi col paraocchi e che sarebbe dei Vangeli se li applicassimo alla lettera.

  3. bc ha detto:

    Finché i musulmani si ostineranno a credere che le fonti sino ad ora seguite sono attendibili anche a costo di negare l’evidenza, l’islam rimarrà una religione la cui dottrina continuerà ad essere elaborata sul Corano canonico.
    Ma non solo: il sistema giuridico, politico e militare rimarrà ancorato al Corano canonico e alla Sharia. E questo è ciò che rende temdenzialmente impossibile la convivenza di mussulmani soggetti a quel sistema giuridico e non-mussulmani. E questo è la cosa importante.

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