Islamofobia, il nuovo psicoreato

Nell’incubo futuristico di George Orwell, 1984, i cittadini erano sorvegliati da una polizia segreta per ‘PSICOREATI‘ commessi contro lo stato totalitario. Questi psicoreati sono semplici atteggiamenti e idee che le autorità giudicano come politicamente scorrette.

Orwell scrisse 1984 durante l’apice della Guerra Fredda e la sua visione rifletteva una visione fin troppo reale della vita. La polizia di stato sovietica aveva diffuso i suoi tentacoli sopra centinaia di migliaia di cittadini prigionieri. Decine di milioni di coloro le cui idee non si conformavano nelle prescrizioni dello stato totalitario venivano mandati nei campi di lavoro forzati o fucilati per aver commesso psicoreati. La loro colpa era di essere “anti-Soviet”: parlare contro il socialismo, o delle sue regole, o non riuscire a ripetere a pappagallo i punti di vista e le opinioni approvate dal regime.

Durante la Guerra Fredda, l’America portò una coalizione di democrazie per opporsi al Comunismo perché i fondatori degli Stati Uniti d’America usarono il principio espressione come pietra miliare della loro Repubblica. Il primo e vero articolo della Carta dei Diritti d’America non permetteva la soppressione della parola di un individuo da parte del potere dello stato. Il 1° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America garantisce ai cittadini la libertà e il diritto di dissentire dall’ortodossia, per criticare i potenti, e per dire la verità come essi sanno senza paura di ritorsioni. Questa libertà è la base assoluta e indispensabile di ogni libertà che quegli Americani godono. Perché senza il diritto di dissentire dalle opinioni dello stato, qualsiasi altra libertà verrebbe negata. Senza questo diritto, ogni dissenso verso la polizia e le norme dello stato sarebbero degli psicoreati.

Oggi gli Stati occidentali adottano metodi molto simili a quelli sopra descritti. ‘ISLAMOFOBIA‘ è il nome usato per definire lo psicoreato dei giorni nostri. Il proposito del suffisso nel termine “Islamofobia” è quello di suggerire che qualsiasi timore associato all’Islam è irrazionale, quantunque i timori nei confronti dell’Islam siano fondati su ragioni valide, come ad esempio il fatto che il suo profeta Maometto, la dottrina e quindi molti degli odierni imam incitino a lottare (jihad) con ogni mezzo per l’instaurazione della Sharia (la legge islamica).

Islamofobia è dunque un termine coniato con l’intento di identificare come razzista chi si limita a criticare la religione islamica, in modo da rendere illegali quelle che invece sono le legittime opinioni negative su questa religione. Tutti noi sappiamo che non può esistere il razzismo nei confronti di una religione perché la religione non é una razza. Se davvero criticare una religione significasse essere razzisti dovremmo considerare razzisti anche tutti coloro che si contrappongono alla religione cristiana. Dovremmo arrivare a considerare Lutero un “cattofobico” e quindi un razzista. Ovviamente tutto questo non ha nulla a che fare con il razzismo: chiunque critichi una religione o ideologia non può essere considerato razzista, giacché un “complesso di credenze” non é una razza ma é semplicemente un “sistema di idee” che deve poter esser criticato se ritenuto sbagliato o persino pericoloso, come nel caso dell’Islam, del nazismo etc.

Razzista é semmai ritenere sbagliato ciò che dice il nostro interlocutore solo perché egli ha il colore della pelle diverso dalla nostra. Si può invece dissentire dalle sue opinioni se a nostro avviso esse sono sbagliate. Ci pare la cosa più sensata e comune di questo mondo, dunque perché dunque per il cristianesimo viene applicata ormai da molti secoli e tutt’oggi nessuno si sognerebbe di mettere in discussione la libertà di criticarlo, mentre invece con l’Islam tutto ciò non dovrebbe valere?

L’Islam (e non il kebabbaro sotto casa nostra) é un “sistema di idee” che é pericoloso. La pericolosità di questa religione non é mai diminuita durante i secoli della sua storia, dalla sua nascita sino ad oggi, quindi non c’è niente di paranoico nell’averne timore ma tutt’altro: paranoico é credere che averne timore sia una un errore da configurare come reato.

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