Cosa successe agli ebrei di Medina

Questa è la storia della tragica fine degli ebrei di Medina (Yathrib). Un caso di tradimento e di pulizia etnica compiuti dal Messaggero di Allah. Il Profeta dell’Islam saccheggiò la comunità ebraica di Medina, ivi radicata da quasi 2000 anni, uccise i suoi uomini, confiscò le loro proprietà, ridusse in schiavitù le loro mogli e i loro bambini ed esiliò i sopravvissuti senza nessun valido motivo, se non quello dettato dal desiderio di impossessarsi di tutti i loro averi.

E’ difficile per noi risalire a ciò che realmente successe agli abitanti ebraici di Medina ai tempi di Maometto. Non ci sono fonti indipendenti e gli ebrei che vennero sterminati da Maometto non ci hanno lasciato niente a cui fare riferimento. Ci restano soltanto le versioni degli storici musulmani che, naturalmente, tendono a raccontare la storia in maniera partigiana, a favore del loro Profeta. Ciò nonostante insieme al Corano e agli hadith sono le uniche fonti che abbiamo per capire cose successe, quindi non possiamo fare altro che avvalercene.

Molti apologeti musulmani minimizzano l’importanza che giocava il numero degli ebrei che vivevano a Medina. Il Dott. A. Zahoor e il Dott. Z. Haq. scrivono, “Storicamente non si hanno molti dettagli riguardo a quando cominciarono le prime migrazioni Ebraiche dal nord verso Yathrib (Medina), in quanto il loro numero rimase piccolo per tutta la durata della loro permanenza.”

Gli insediamenti ebrei nello Hijaz

“Gli ebrei delo Hijaz affermano di essersi stabiliti in Arabia negli ultimi stadi del Profeta Mosé (sia pace su di lui). Dicono che il Profeta Mosé aveva inviato un’armata per espellere gli Amalekiti dalla terra di Yathrib e aveva comandato di non risparmiare nemmeno una singola anima di quella tribù. L’armata israelita eseguì gli ordini del loro Profeta ma risparmiarono la vita di un valente principe del re Amalekita e tornarono con lui in Palestina. A quel tempo il Profeta Mosé era morto. I suoi successori ebbero da ridire per ciò che l’esercito aveva fatto, in quanto risparmiando la vita di un Amalekita avevano chiaramente disubbidito al Profeta e violato la Legge Mosaica. Di conseguenza, esclusero l’esercito dalla loro comunità, e costoro ritornarono a Yathrib e vi si stabilirono permanentemente. Per questo gli ebrei affermano di vivere in Yathrib dal 1200 a.C.

La seconda immigrazione ebraica, a detta degli ebrei, ebbe luogo nel 587 a.C., quando Nabucondosor, il re di Babilonia, distrusse Gerusalemme e disperse gli ebrei in giro per il mondo. Gli ebrei Arabi dissero che alcune delle loro tribù in quel tempo vennero a stabilirsi in Wadi al-Qura, Taima, e Yahtrib (da Al-Baladhuri, Futuh al-Buldan)

Abu L’Ala Maududi rifiuta entrambe queste tesi e dice che:

“queste non hanno alcuna base storica e probabilmente gli ebrei avevano inventato questa storia per far credere agli Arabi che essi erano di nobili origini e che erano loro gli abitanti originali di quella terra.” 

Comunque concorda sul fatto che:

 “è certo che quando nel 70 d.C. i Romani massacrarono gli ebrei in Palestina, e quindi nel 132 d.C. li espulsero dalla loro terra, molte delle tribù Ebraiche fuggirono per trovare riparo nella Hejaz, un territorio che era confinante a Sud con la Palestina. Qui si stabilivano dovunque trovassero sorgenti d’acqua e terreni coltivabili, e con l’inganno e lo strozzinaggio gradualmente occuparono i terreni più fertili. Ailah, Maqna, Tabuk, Taima, Wadi al Qura, Fadak e Khaibar finirono sotto il loro controllo in quel periodo, e i Bani Qurayza, Bani al-Nadir, Bani Bahdal e Banu Qaynuqa vennero anche in quel periodo e occuparono Yathrib.”

Visto che non esistono chiare testimonianze storiche per accettare la versione di Maududi, potremmo anche concludere che i musulmani (forse Maududi stesso) hanno inventato questa storia per sminuire la questione delle “nobili origini degli ebrei come originali abitanti dello Yathrib”. Sembra tuttavia che gli ebrei, che erano comunque ben insediati in Yathrib e per la stessa ammissione di Maududi erano “praticamente i possessori di questa terra verde e fertile” (2) non avessero da trarre grossi vantaggi nel diffondere false affermazioni sulle loro origini. Dall’altro lato, i musulmani (il cui astio per gli ebrei risale al tempo di Maometto) e lo stesso Maududi, che non sono in capaci di contenere il loro odio quando parlano di questo popolo, avevano ben di più da guadagnare nell’inventare storie false che giustificassero la pulizia etnica degli ebrei e l’espulsione dalla loro terra natia.

Ciononostante gli storici musulmani ammettono che gli ebrei Arabi viveano da secoli in Yathrib:

 “Per ciò che concerne il linguaggio, i vestiti, la civiltà e lo stile di vita si erano completamente adattati alla civiltà araba, e persino i loro nomi erano divenuti Arabi. Delle dodici tribù Ebraiche che si erano insediate in Hejaz, nessuna a parte i Bani Zaura mantenne i propri nomi Ebraici. Ad eccezione di alcuni studiosi isolati nessuno conosceva la lingua ebraica. Di fatti, persino nella poesie dei poeti ebrei del periodo pre-islamico non c’è nulla che la distingua da quelle dei poeti Arabi in lingua, idee e temi. Si celebravano addirittura matrimoni misti con arabi. Non vi era nulla che li distinguesse dagli Arabi comuni se non la religione. A causa di questo Arabismo gli orientalisti occidentali sono stati fuorviati nel pensare che forse non erano davvero Israeliti ma piuttosto Arabi che si erano convertiti al Giudaismo, o perlomeno la maggioranza di loro erano considerati Arabi ebrei.”

Dopotutto gli orientalisti occidentali non potevano essere lontani dalla verità. Infatti, anche se originariamente gli ebrei fossero migrati in Arabia, dopo alcuni secoli, o, se crediamo alla versione ebraica della storia, dopo 2000 anni di matrimoni misti con gli Arabi dovevano essere diventati essi stessi arabi in ogni senso.

Maududi scrive:

 “Nessuna storia autentica sugli Arabi ebrei esiste al mondo. Non hanno lasciato nulla scritto di loro pugno nella forma di libri o di tavole che possano gettare luce sul loro passato, né gli storici ebrei e scrittori del mondo non-Arabo fanno alcune menzione di loro, e il motivo è che dopo il loro stabilimento nella penisola Arabica si erano separati dal corpo principale della nazione, e gli ebrei del mondo non li consideravano come loro consanguinei. Poiché questi avevano abbandonato la cultura e il linguaggio Ebraico, persino i nomi, e avevano adottato l’Arabismo.” 

Se gli ebrei erano cosi arabizzati da essere indistinguibili dal resto degli Arabi, allora forse la versione ebraica della storia è più accurata di quanto sembri e gli ebrei si insediarono in Arabia prima di quanto gli storici musulmani vogliano far credere. Ma anche se accettassimo la versione musulmana, sappiamo con certezza assoluta che questi ebrei fecero dell’Arabia la loro casa cinquecento anni prima la nascita di Maometto ed avevano quindi diritto alla loro terra (Yathrib) così come ad esempio i musulmani albanesi (originariamente turchi) hanno diritto al Kosovo.

Altri coloni non Ebraici

Nel 450 o 451 d.C., nello Yemen un grande maremoto costrinse diverse tribù della “gente di Saba” a migrare verso altre zone d’Arabia. Fra loro gli Aus e i Kharzaj vennero a stabilirsi in Yathrib. Queste due tribù erano numerose, ciononostante non erano molto abili. A differenza degli ebrei che erano praticamente maestri in ogni campo, e amministratori di molti affari, gli arabi dello Yathrib si guadagnavano da vivere servendo gli ebrei nelle loro fattorie e tenute. Erano guardati dall’alto in basso, dai loro signori ebrei, e questo era causa di risentimento.

In ogni caso queste due tribù non si vedevano di buon occhio nemmeno l’una con l’altra ed entrambe cercavano l’alleanza con una delle tribù ebraiche. Ma anche i Banu Qaynuqa non erano in rapporti amichevoli con le altre due tribù ebree. Quindi i Banu Qaynuqa e i Khazraj formarono un’alleanza mentre i Bani Qurayza, i Banu al-Nadir e gli Aus a loro volta unirono le forze. E’ importante notare come le azioni di questi feudi non fossero motivate dalla religione (entrambe le fazioni avevano membri ebraici e membri arabi) ma si trattava semplicemente di schermaglie tribali.

Maududi commenta:

 “A causa di ciò questi (gli ebrei) non solo avevano preso parte nelle reciproche guerre degli Arabi ma spesso essi stessi muovevano guerra in supporto della tribù araba con cui avevano alleanze contro un’altra tribù Ebrea che era alleata dei loro nemici.”

Se guardiamo attraverso la fitta coltre di pregiudizio che accorcia la vista degli studiosi musulmani, vediamo che queste tribù che vivevano a Medina erano interamente arabe, solo che praticavano religioni diverse. Come ci suggerisce la struttura delle alleanze, i loro conflitti non avevano basi religiose. Le schermaglie tribali durano poco ma l’odio religioso non si quasi mai. Trascende il tempo e lo spazio. Come vedremo in seguito, fu Maometto che introdusse diatribe religiose fra queste tribù. Fu Maometto il precursore dell’intolleranza religiosa in Arabia. Maometto viene spesso presentato come l’uomo che unì le tribù arabe. Questo può anche essere vero, ma senza di lui queste tribù prima o poi avrebbero sicuramente messo da parte i loro conflitti, in un modo o nell’altro, esattamente come le altre societá feudali fecero a loro volta nel resto del mondo. Quasi ovunque, tribù precedentemente ostili si sono unite per formare potenti nazioni. Maometto unì gli Arabi e li trasformò in una forza possente, che invase altri paesi, devastò altre civiltà e impose il suo linguaggio, la sua cultura e la sua religione.

La migrazione a Medina

Gli arabi erano costantemente in guerra gli uni contro gli altri. Fra di loro gli abitanti di Mecca si trovavano in una posizione invidiabile. La Ka’ba, il luogo sacro di tutti gli arabi, si trovava alla Mecca. Questo era un luogo di pellegrinaggio e ciò per i meccani significava potere e denaro.

Quando Abu Talib (lo zio di Maometto) e Khadija (la sua prima moglie) morirono, egli perse i suoi due più grandi sostenitori e protettori, perció alla Mecca aumentarono le ostilità contro di lui. Maometto si ricordò dell’offerta di alcuni uomini di Thaif credendo che se avesse reso la loro città il luogo sacro della sua nuova religione, rendendola il centro religioso e commerciale dei suo seguaci, i Banu Thaqif (il popolo di Thaif) avrebbero appoggiato la sua causa. Così lui e suo figlio adottivo Zaid ibn Harith nel 620 d.C. si recarono segretamente a Thaif, cercando l’alleanza dei suoi abitanti e promettendogli di rendere la loro città il luogo sacro dei musulmani. Invece i Banu Thaqif lo cacciarono a male parole e persino la richiesta di mantenere segreta la loro visita non venne concessa. I capi di Thaif potevano anche invidiare il prestigio religioso della Mecca ma non volevano mettere in gioco la loro sicurezza a causa di una rischiosa avventura con un oscuro pretendente religioso.

Quando i Quraysh appresero ciò si infuriarono e aumentarono le ostilità contro Maometto fino a che un paio di anni dopo decisero di assassinarlo.

Maometto apprese del complotto contro la sua vita e fuggì nei pressi di Yathrib, dove aveva alcuni seguaci appartenenti alla tribù dei Khazraj e degli che degli Aus. Queste due tribù erano stanche per i molti combattimenti e specialmente per una recente battaglia (Bu’ath). Stavano cercando un modo di cessare le ostilità. Così i capi di entrambe le parti accettarono Maometto come mediatore fra di loro.

La tregua

Era una tradizione araba che due parti in contrasto si accordassero attraverso un arbitro comune che prendeva decisioni sulla loro disputa. Maometto, che era considerato in primis un esterno, e quindi un imparziale, venne chiamato come giudice per uno di questi conflitti. E’ importante notare come il conflitto a Yathrib non era tra ebrei e musulmani; altrimenti Maometto non avrebbe potuto esserne arbitro. Oltre a ciò, così come abbiamo visto in precedenza, a Yathrib non vi erano scontri religiosi. Ciononostante gli ebrei fecero parte della tregua per via della loro alleanza con le tribù arabe.

Questa fu sicuramente un’opportunità d’oro nella carriera di Maometto, che cambiò la sua vita e portò il bilancio in suo favore. Come parte dell’accordo, costoro avrebbero dovuto proteggere il Profeta se fosse stato attaccato dai meccani.

Il numero dei musulmani a Yathrib crebbe per via della tolleranza degli ebrei verso gli immigrati ai quali garantirono un’accoglienza sicura. Gli ebrei non previdero che l’uomo a cui davano asilo oggi, l’indomani sarebbe stato così ingrato da rivoltarsi contro di loro ed essere la causa della loro distruzione.

La tregua non conferì ai musulmani un mandato di governo. Ibn Hisham ci riporta parte di questa tregua, anche se, vedremo in seguito, con ogni probilita questa sua versione è un falso. Leggiamo:

Gli ebrei si occuperanno delle loro spesse e i musulmani delle loro. Ciascuno deve aiutare l’altro contro chiunque che attacca i firmatari di questo documento. Devono cercare mutuo consiglio e consultazione, e la lealtà è una protezione contro l’inganno. Si augureranno il bene comune con sincerità. Le loro relazioni saranno governate dalla pietà e dal riconoscimento dei diritti dell’altro, e non dal peccato e dall’errore. Chi cade nell’errore va aiutato. Gli ebrei devono supportare i fedeli per la durata della guerra. Yathrib sarà un santuario per tutti i firmatari di questo documento. Se qualsiasi disputa o controversia in grado di causare problemi dovesse presentarsi, queste devono essere presentati dinanzi a Dio e a Maometto l’Apostolo di Dio; ai Quraysh e i loro alleati non verrà fornita protezione alcuna. Le parti coinvolte dal contratto sono tenute ad aiutarsi l’un l’altra contro qualunque attacco a Yathrib; ciascuno sarà responsabile per la difesa della porzione che gli appartiene” (Ibn Hisham, vol. Ii, pp. 147-150)

Ci sono alcuni indizi che ci fanno comprendere come la storia di questa tregua sia stata alterata. Quello più ovvio e che gli ebrei non avrebbero mai e poi mai firmato un documento che riconosceva Maometto come l’Apostolo di Dio. Questo avrebbe significato unamconversione degli ebrei, cosa che non avvenne mai. Ci sono anche molte contraddizioni nel contesto del documento. Comincia come una tregua firmata da due nazioni sovrane (tribù) con uguali diritti e doveri. Ciononostante le frasi “Gli ebrei devono supportare i fedeli per la durata della guerra.” e “Se qualsiasi disputa o controversia in grado di causare problemi dovesse presentarsi, queste devono essere presentate dinanzi a Dio e a Maometto l’Apostolo di Dio.” contraddicono qualunque nozione di uguaglianza.

Evidentemente queste frasi sono state inserite in un secondo momento. Conferiscono superiorità ai musulmani, il che è in contrasto con il resto del documento che da l’impressione di un accordo tra due parti uguali. Ma il punto più importante è, come potrebbe Maometto essere un arbitrario se risulta essere il beneficiario di questa tregua? E’ incredibile come gli studiosi musulmani abbiano letto questo documento per secoli e non gli sia mai capitato di chiedersi come sia possibile che Maometto fosse il giudice della tregua a cui faceva parte, eppure sembrano non avere alcun problema ad accettarla.

Queste sono le prove che mostrano come tale “tregua” non può essere autentica. Ciononostante, visto che Maometto e i suoi seguaci inclini all’assassinio hanno distrutto il documento originale, insieme agli ebrei che erano parte di questa tregua, non ci rimane niente se non questo falso per cercare la verità, quasi a voler cercare un ago in un pagliaio.

Guerre Sante

Dopo l’incidente di Badr in cui gli uomini di Maometto inseguirono una carovana mercantile e rubarono il suo carico, la fortuna di Maometto mutò. Si arricchì con il bottino acquisito, e la sua popolarità crebbe. Promise ricchezza, giovani schiave a coloro che prendevano parte alle sue rapine a mano armata, il paradiso ove vi sarebbero state vergini e tante belle cose materiali per coloro che venivano uccisi. Per un Arabo fanatico, ignorante e allo stesso tempo avaro e desideroso di ricchezza era una proposta difficile da rifiutare. Se fosse sopravvissuto avrebbe avuto la sua porzione di bottino (donne incluse), e se fosse morto sarebbe andato in paradiso ed avrebbe beneficiato delle stesse cose. E’ interessante notare come gli Arabi pre-islamici avessero una qualche forma di decenza qualora avessero catturato donne sposate, mentre il Profeta di Allah gettò via quella decenza e proclamò che era lecito per un uomo avere rapporti sessuali con una donna catturata in guerra. (Corano 4:24) Gli ebrei, avendo la loro propria religione, non potevano accettare l’affermazione pretestuosa di Maometto di essere un Profeta. Probabilmente derisero lui e i suoi seguaci. Ciò è perfettamente comprensibile. Come avrebbero reagito i musulmani, se qualcuno in mezzo a loro si spacciasse per Messaggero di Dio e cominciasse una nuova religione? Forse la persecuzione dei Baha’i ci da un indizio?

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