Cosa succedeva a chi criticava Maometto

Criticare Maometto

Una delle tante “perle” presenti nella Sirat che hanno contribuito a fare dell’Islam una religione fortemente intollerante é la seguente:

Ishaq:272
Come Allah sistemò i mocker [“to mock” significa prendere in giro, deridere, sfottere; “mocker” significa “coloro che prendono in giro” (il profeta, in questo caso)]

I principali offensori erano cinque uomini rispettati ed onorati presso i loro compagni; […] essi erano al-Aswad b. al-Muttalib (ho udito che l’apostolo lo ha maledetto per i suoi insulti e le sue infamie, dicendo, ‘Oh Dio, accecalo e privalo del suo figlio!’) […] al-Aswad b. ‘Abdu Yaghut, al-Walid b. al-Mughira, al-As b. Wa’il b. Hisham, al-Harith b. al-Tulatila.
Quando questi persistettero nel male e costantemente insultavano l’apostolo, Dio rivelò: “Proclama ciò che ti è stato ordinato e allontanati dai politeisti. Noi ti proteggeremo certamente contro i sibillatori che mettono un altro dio prima di Dio. Alla fine, sapranno.” (Corano 15:94) Lo stesso Yazid mi disse quanto gli era stato riferito da ‘Urwa (o forse da qualche altro tradizionalista): che Gabriele venne dall’apostolo mentre gli sbeffeggiatori, stavano girando intorno al tempio [I pagani Meccani per pregare camminavano intorno alla Ka’ba, proprio come oggi fanno anche i Musulmani, che hanno ereditato da loro i propri rituali]. Egli si alzò e il profeta si alzò di fianco a lui; e quando passò al-Aswad b. al-Muttalib, Gabriele gettò una foglia verde sulla sua faccia ed egli divenne cieco. Quindi al-Aswad b. Abdu Yaghut passò ed egli puntò il dito contro il suo ventre che si gonfiò così che egli morì di diopsia. Dopo passò al-Walid. Egli puntò ad una vecchia cicatrice in fondo alla sua caviglia […]. Ma la ferita si aprì ancora ed egli morì per essa. Al-As passò. Egli puntò sui suoi passi, salì sul suo mulo e partí diretto dirigendosi verso al-Ta’if. Egli legò l’animale ad un albero spinoso e una spina penetrò il suo piede ed egli morì per essa. Per ultimo passò al-Harith. Egli indicò la sua testa. Essa si riempì immediatamente di pus e lo uccise.

Da questo episodio apprendiamo la brutta fine che fecero (secondo le fonti islamiche) alcuni di quelli che critiravano Maometto, per il fatto che si rifiutavano di credere alle assurdità che egli proferiva. La pretesa era che le persone dovessero credere ciecamente ad un auto-proclamato messaggero di Dio, il quale soltanto pochi giorni prima aveva dichiarato di aver viaggiato nottetempo fino ad un tempio distrutto da sette secoli, facendo la tratta andata e ritorno Mecca-Gerusalemme, con tappa al “Gran Paradiso di Allah” in groppa ad una specie di animale volante (Buraq). I Quraysh avevano chiesto molte volte a Maometto di presentare prove concrete della sua missione divina, ma ogni volta egli faceva ripetere al suo amichetto invisibile:

Dicono i miscredenti: “Perché non è stato fatto scendere su di lui un segno, da parte del suo Signore?”. In verità tu non sei che un ammonitore, e ogni popolo ha la sua guida. (Corano 13:7)

…e molti, molti altri versi del genere in cui egli in sostanza si autonominava profeta e messaggero (rasoul, in arabo), senza fornire nessuna rimposta plausibile e trovando delle scuse per giustificare il fatto che non ne desse; altre volte invece arrivava all’intimidazione: credete in quello che vi dico, obbedite e non fate domande, o arrostirete per l’eternità! Di versetti su questo tenore il Corano ne é pieno. Molti di questi si possono trovare nella sura 6, dal versetto 33 in poi.
Quale Dio “Grande, Misericordioso e Consolatore”, come tutti i Musulmani amano ripetere riferendosi ad Allah, maledice chi fa legittime domande, senza neanche provare a dare una spiegazione convincente? Dire cose tipo “io ieri ho fatto piovere e questo é un segno per voi, ma anche se vi mostrassi un elefante che vola voi non credereste” non é una risposta plausibile.
Del resto, in futuro Maometto non si limiterà ad augurare una cattiva sorte ai suoi nemici, ma la porterá a compimento lui stesso (o meglio, manderà qualcuno a fare il lavoro sporco per lui), come quando fece assassinare il capo di Ka’b b. Ashraf ed altre persone che osarono criticarlo.
Non ci dovremo stupire se in futuro ci saranno tanti altri casi come quelli di Salman Rushdie o (peggio) Theo Van Gogh (solo per fare due esempi). Quella dell’omicidio delle persone scomode nell’Islam è una “tradizione di famiglia” a causa appunto degli episodi come quello che abbiamo riportato in questo ed altri articoli dedicati a Maometto.

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